La prospettiva di una liquidità condivisa tra l’Italia e alcuni tra i più importanti paesi europei, tra i quali la Francia in primis, era stata discussa già qualche mese fa in un’apposita riunione che vedeva sedute al tavolo anche Spagna e Gran Bretagna.
Muoversi in questa direzione richiederebbe tempistiche di messa in pratica abbastanza rapide e potrebbe portare, oltre a nuovi giocatori provenienti dal mercato transalpino, anche nuove poker rooms, nuove opportunità, per un mercato nazionale che è da tempo piuttosto statico.
Ma non è tutto oro ciò che luccica: infatti un discorso di questo tipo allontanerebbe, per ora, la prospettiva di una fusione più “internazionale”, che comprenda anche il .com, ovvero il resto del mondo e la Gran Bretagna in particolare, non ancora esplicitamente schierata a favore di questo progetto.
Inoltre applicando il sistema fiscale d’oltralpe, gli operatori italiani si vedrebbero costretti ad applicare rake molto alte, e la concorrenza verrebbe appiattita ulteriormente, lasciando il mercato nelle mani di pochi.
E’ notizia piuttosto recente invece, la proposta del Portogallo presentata all’Unione Europea, per una liquidità condivisa per il poker e le scommesse sportive. L’apertura dei portoghesi a domini di gioco online non esclusivamente “.pt” è stata depositata presso l’UE, e se entro il 4 aprile nessuno dei paesi membri porrà opposizione, diventerà legge.
Anche i portoghesi si allineano quindi al progetto di Italia e Francia, nell’attesa che anche la Spagna concretizzi l’interessamento già dimostrato qualche mese fa.
Il punto più importante da chiarire resta sempre quello relativo alla rake e alla sua gestione: sarà unica per tutti i partecipanti, o si riuscirà ad adeguare in base al paese di provenienza dei giocatori?
Staremo a vedere… nel frattempo incrociamo le dita perché entro metà 2017, il futuro comune ed “internazionale” progettato per tutti gli amanti del poker online, diventi finalmente realtà.